• 8 Luglio 2025
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Dermatite nodulare contagiosa dei bovini, Maieli (FI): «Sì al vaccino ma con le dovute garanzie»

Bovino
Per il consigliere regionale di Forza Italia non bisogna ripetere «l’errore commesso con la lingua blu, con vaccini vivi e danni collaterali come aborti e forti cali produttivi».

CAGLIARI | 8 luglio 2025. «Da medico veterinario prima ancora che da consigliere regionale, non posso ignorare le gravi criticità che si stanno profilando sull’ipotesi di una vaccinazione forzata dei bovini contro la dermatite nodulare contagiosa in Sardegna». Così l’esponente di Forza Italia Piero Maieli, che ha raccolto l’allarme di numerosi allevatori sardi sulle possibili conseguenze del vaccino attenuato sulla salute degli animali e sull’economia del comparto.

«È vero che nei Balcani e in Turchia il suo impiego ha portato, tra il 2016 e il 2017, ad un drastico calo dei focolai – spiega Maieli –, con un’efficacia riconosciuta anche dall’EFSA, dimostrando che lo strumento può essere efficace se ben gestito, se accompagnato da un serio programma di sorveglianza e se condiviso con il mondo agricolo. In Sardegna, invece, si rischia di procedere “alla cieca” e ripetere l’errore commesso con la lingua blu, con vaccini vivi e danni collaterali come aborti e forti cali produttivi».

Per il consigliere regionale le preoccupazioni degli allevatori sono quindi tutt’altro che strumentali, in quanto «la posta in gioco è l’intera filiera bovina sarda, che rischia il blocco dei mercati, la perdita di fiducia internazionale e danni sanitari interni ancora tutti da valutare. Preso atto che il vaccino ha funzionato – suggerisce Maieli –, usiamolo anche in Sardegna, ma solo con le dovute garanzie perché la salute animale non può diventare un pretesto per esperimenti da salotto, gli allevatori non sono cavie e la Sardegna, anche in questo settore, ha già dato.

Detto questo, il consigliere azzurro propone quindi: «un serio e chiaro contratto sanitario, dove gli allevatori accettano la vaccinazione, ma nel caso si manifestino effetti collaterali ci sia l’immediato ristoro; la riapertura del centro di ingrasso in Sardegna, per rafforzare la filiera interna, abbattere i costi e ridurre la movimentazione del bestiame; l’adozione di colture foraggere ad alto valore unitario, per ridurre la dipendenza da mangimi esterni e aumentare la resilienza del sistema zootecnico».

«La nostra regione – conclude Maieli – ha bisogno di competenza e concretezza e merita un piano sanitario serio, non un’altra emergenza mal gestita, facendo attenzione che il rimedio proposto potrebbe essere peggiore del male».

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