• 27 Aprile 2024
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“Carriera alias” in 191 Licei e Istituti superiori, disaccordo del Popolo della Famiglia

Gender
«Con la carriera alias, i ragazzi che non si identificano con il proprio sesso biologico hanno la possibilità di essere registrati sui documenti scolastici con un nome che corrisponde al genere percepito e quindi diverso da quello anagrafico, dando avvio così alla transizione sociale, preludio di eventuali terapie ormonali e successivi interventi chirurgici, al fine di rendere definitiva la riassegnazione di genere».

Si sta concludendo la campagna di informazione contro la propaganda gender, promossa dal Popolo della Famiglia e dall’Associazione “Voglio la mamma”, iniziata il 20 febbraio tramite l’affissione di manifesti e il volantinaggio davanti alle scuole.

«L’ideologia di genere veicolata ormai da anni nella scuola dell’obbligo, mediante progetti gestiti da “esperti” esterni, da una specifica editoria per ragazzi e da una pressante propaganda mass mediatica – afferma la coordinatrice per la Sardegna Barbara Figus –, trova espressione nelle scuole superiori con l’attivazione della cosiddetta “carriera alias”, adottata per il momento da 191 scuole su tutto il territorio nazionale».

Carriere Alias Popolo della Famiglia

«Con la carriera alias – continua Figus –, i ragazzi che non si identificano con il proprio sesso biologico hanno la possibilità di essere registrati sui documenti scolastici con un nome che corrisponde al genere percepito e quindi diverso da quello anagrafico, dando avvio così alla transizione sociale, preludio di eventuali terapie ormonali e successivi interventi chirurgici, al fine di rendere definitiva la riassegnazione di genere.

I Paesi pionieri nel trattamento della disforia di genere, Regno Unito e Svezia, nei quali da anni vengono prescritti i bloccanti della pubertà, stanno rivedendo le loro posizioni, dopo aver constatato i danni irreversibili provocati a migliaia di ragazzi».

«Segnalo – conclude Barbara Figus – che da un percorso di transizione sociale, ormonale e chirurgica non si torna indietro mentre il danno psicologico è devastante e quello fisico definitivo. Invito tutti ad una riflessione: È questo che vogliamo per i nostri figli? Siamo preoccupati non intolleranti. La carriera alias rappresenta una forzatura sotto il profilo normativo e quello scientifico, interferendo, inoltre, con la naturale risoluzione dei conflitti e delle incertezze che sono propri dell’adolescenza».

«Trovo davvero grave che le istituzioni pubbliche si adeguino senza esitare alla propaganda transgenderista, ben lontana dalla realtà», controbatte Antonello Deiana, coordinatore per il Nord Sardegna del Popolo della Famiglia. «Così facendo – continua – danneggiano ulteriormente le persone fragili, illudendole che con un travestimento o ricorrendo ad un intervento farmacologico con gravi effetti collaterali o addirittura con un’operazione mutilante di chirurgia plastica, possano risolvere le loro fragilità. I ragazzi vanno aiutati a fare chiarezza nella loro confusione, non assecondati nell’errore. Questo dovrebbe essere il vero compito delle scuole, partendo dalle elementari sino ad arrivare all’università», conclude Deiana.

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