Galtellì apre il centenario del Nobel a Grazia Deledda

Mercoledì 10 dicembre, alle ore 18.30 nell’afiteatro comunale, la chiusura del Premio Letterario Internazionale “Canne al vento” e l’apertura dei festeggiamenti.
GALTELLÌ | 8 dicembre 2025. Il 10 dicembre 1926, Grazia Deledda riceveva il Premio Nobel per la letteratura a Stoccolma. Prima donna italiana. Seconda al mondo. Un secolo dopo, Galtellì chiude il programma del Premio Letterario Internazionale “Canne al vento” e apre i festeggiamenti del centenario con un gesto che la Deledda avrebbe riconosciuto: niente conferenze, niente commemorazioni retoriche. Arte viva. Corpi che parlano. Voci che attraversano il tempo. L’evento è organizzato dal Club di Jane Austen Sardegna.
Quel Nobel non fu solo un premio. Fu il riconoscimento che una donna sarda, nata in un’isola ai margini d’Europa, aveva costruito un universo letterario capace di parlare al mondo intero. Deledda aveva portato la Sardegna fuori dai confini geografici senza tradirne l’anima. Aveva trasformato storie di pastori, terre aride, destini feroci in letteratura universale. Aveva dimostrato che dalla periferia si può dire il centro. Che la specificità non è mai limite, ma ricchezza. Che una lingua – quella italiana imparata da adulta, dopo il sardo – può diventare strumento di una voce unica, inconfondibile.
Il centenario di quel Nobel è occasione per chiedersi: cosa resta di Grazia Deledda oggi? Non solo i libri. Non solo le commemorazioni istituzionali. Resta la capacità di trasformare il dolore in racconto, la marginalità in centralità, il silenzio in parola. Resta l’esempio di una donna che si è costruita da sola, contro tutto e tutti, senza maestri né benedizioni. Resta la certezza che l’arte non serve per decorare il potere, ma per dare voce a chi voce non ha.
Mercoledì 10 dicembre, ore 18.30, la sala convegni dell’anfiteatro comunale di Galtellì ospiterà un evento dove la letteratura diventa musica, la musica diventa immagine, l’immagine si trasforma in movimento, il movimento si fa teatro. Perché Grazia Deledda non ha scritto solo libri. Ha costruito mondi. E i mondi non si raccontano. Si abitano.

Sul palco, linguaggi che non si traducono ma si intrecciano, in un format ideato da Giuditta Sireus. Claudia Crabuzza, voce, porterà il suono più antico che esisteva prima delle parole, che può dire ciò che le parole non sanno. Mauro Patta, street artist, esprimerà il gesto – il segno che resta, che marca il territorio, che trasforma i muri in pagine. Rachele Montis, performer e danzatrice, comunicherà con il corpo – l’unico testo che non mente, che sa tutto prima che la mente capisca. Valentina Loche, attrice, incarnerà la maschera – quella che rivela invece di nascondere, che fa esistere chi non c’è più. Claudia Sarritzu, giornalista e saggista esperta di linguaggio e politiche di genere, porterà la parola che nomina, che riconosce, che cambia il mondo nominandolo diversamente. La serata sarà condotta da Michela Girardi.


Non una celebrazione, una contaminazione. Perché Grazia Deledda conosceva bene questa alchimia: nei suoi romanzi, i paesaggi cantano, i corpi danzano significati che le parole sfiorano appena, il teatro della vita sarda diventa universale senza perdere un grammo di specificità. Lei sapeva che l’arte non si divide in compartimenti. Si riversa. Trabocca.
«Aprire il centenario del Nobel così significa riconoscere che Grazia Deledda non appartiene solo alla letteratura – spiega Giuditta Sireus, direttrice artistica del Club di Jane Austen Sardegna che coordina gli incontri letterari del Premio –. Appartiene a tutti i linguaggi che cercano di dire l’indicibile. Una scrittrice che ha portato la Sardegna nel mondo non può essere rinchiusa in una teca. Va liberata in tutte le forme che l’arte conosce: il canto, il segno, il movimento, la scena, la parola che nomina il presente. Non una conferenza, ma una serata di narrazioni incrociate dove ogni artista offre il proprio personale omaggio a Grazia attraverso il proprio linguaggio».
L’evento è reso possibile anche dall’impegno costante dell’Amministrazione comunale di Galtellì, che ha scelto di rinnovare anno dopo anno l’investimento nel Premio Letterario Internazionale ‘Canne al vento’, riconoscendone il valore culturale e sociale per l’intero territorio. Una scelta politica precisa: valorizzare l’unico Parco letterario istituito in Italia per celebrare una scrittrice Premio Nobel. Reperire fondi, sensibilizzare istituzioni, costruire reti – senza questo lavoro di infrastruttura politica e amministrativa, nessun evento culturale può esistere.
«Chiudere il programma del Premio Letterario con l’apertura del centenario del Nobel è una scelta simbolica», afferma Franco Solinas, sindaco di Galtellì. «Siamo nel paese di ‘Canne al vento’, il romanzo che porta il nostro nome nel mondo. Celebrare Deledda qui significa riconoscere che la letteratura trasforma i luoghi in simboli, li rende immortali. E che noi, come comunità, abbiamo la responsabilità di custodire questa memoria non come reliquia, ma come energia viva che continua a generare cultura».
«Il Premio Letterario ‘Canne al vento’ non è solo una competizione», aggiunge Marzia Gallus, assessora al turismo e Parco letterario del Comune di Galtellì. «È un progetto che l’amministrazione comunale ha voluto portare avanti con determinazione, investendo risorse e impegno politico per costruire qualcosa che durasse nel tempo. Nobilitare il Parco letterario dedicato a Grazia Deledda – l’unico in Italia istituito per una scrittrice Nobel – significa riconoscere che la cultura è infrastruttura, non decorazione. Che Deledda può ancora parlare a tutti, soprattutto a chi viene dalla periferia. E che senza la sensibilizzazione delle istituzioni e la costruzione di reti, il lavoro culturale resta solo buona volontà. Noi abbiamo scelto di farlo diventare politica pubblica».
Il Premio Letterario Internazionale “Canne al vento” di Galtellì, istituito nel 2015 dal Comune di Galtellì, è il primo riconoscimento letterario internazionale della Sardegna. Non si limita alla competizione: coinvolge biblioteche, scuole, comunità. Costruisce reti di lettura che attraversano generazioni. Gli incontri letterari sono coordinati dal Club di Jane Austen Sardegna, con la direzione artistica di Giuditta Sireus e la presidenza di Gabriela Podda.
Il concorso è realizzato grazie al Comune di Galtellì e al sostegno della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. La direzione artistica degli incontri letterari è affidata a Giuditta Sireus per Il Club di Jane Austen Sardegna.
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