• 16 Aprile 2024
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Esauriti in poche ore i 400 milioni del Fondo Impresa Femminile

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424 domande dalla Sardegna su oltre 8mila totali. Elisa Sedda (imprenditrice e Delegata di Confartigianato Sardegna per le Pari Opportunità): «Bene l’impegno nel sostenere le imprese donna ma necessità di incentivi strutturali: mai più “lotterie click day”».

Sono durati poche ore i 400 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno dello sviluppo e del consolidamento delle imprese femminili. Incentivi, quelli del “Fondo Impresa Femminile”, esauriti nell’arco di pochi click su una tastiera.

Secondo la rielaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Invitalia, il bando si è chiuso con 424 domande provenienti dall’Isola (il 5,23%), su un totale di 8.095 a livello nazionale. Dalla regione, hanno presentato domanda 157 attività con meno di 12 mesi di vita, mentre 276 sono state quelle con più esperienza lavorativa che hanno inoltrato la richiesta.

A livello nazionale, la Sardegna si classifica al 12esimo posto. Le Regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono state la Lombardia e il Lazio con rispettivamente 1176 e 978 domande. A seguire la Campania e l’Emilia Romagna con 831 e 684 richieste.

Mamma in Sardegna

«Pur avendo apprezzato l’impegno del Ministero per lo Sviluppo Economico nel sostenere, dopo tanti anni, le aziende al femminile, purtroppo sono l’esiguità dei fondi e la procedura del click day a deludere le aspettative delle imprenditrici – commenta Elisa Sedda (nella foto di copertina), imprenditrice e delegata regionale di Confartigianato Imprese Sardegna per le Pari Opportunità – ed è soprattutto la procedura per l’assegnazione delle risorse, che premia la velocità e chi ha una connessione più potente, a creare disparità nelle condizioni di accesso agli incentivi da parte dei potenziali richiedenti».

«Ci chiediamo se sia davvero importante per le singole imprenditrici, e per lo sviluppo del Paese, fare un click un minuto prima delle altre? – rimarca la Sedda – è davvero questo l’elemento determinante per scegliere di premiare un progetto invece di un altro? Dobbiamo ancora ricorrere alle “lotterie”? Non dimentichiamo come le risorse stanziate erano molto ridotte rispetto alla domanda potenziale. Su questo dobbiamo ragionare e lavorare per fare meglio».

Il Fondo impresa femminile è l’incentivo del Ministero dello Sviluppo Economico ideato per sostenere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. La dotazione finanziaria era stata messa a disposizione per sostenere le imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane, e si rivolge a quattro tipologie di imprese: cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie, società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne, imprese individuali con titolare donna, lavoratrici autonome con partita IVA.

«Il forte interesse per le misure di sostegno all’imprenditoria femminile messe in campo dal Ministero dello Sviluppo economico – aggiunge la Sedda – impone sia di prevedere un rifinanziamento del Fondo sia di rivisitare le modalità con le quali erogare le risorse. Riteniamo opportuno intervenire in modo strutturale per rendere gli incentivi permanenti almeno per i prossimi 5 anni, anche con una percentuale di aiuto inferiore a quella attuale, e complementari con altre misure di supporto alle imprese femminili».

Secondo la Delegata per le Pari Opportunità di Confartigianato Sardegna “lo strumento di una sovvenzione una tantum non è la strada migliore da perseguire. Il sostegno alle imprese guidate da donne non può esaurirsi nello spazio di un click day e non va inteso come un’azione di inclusione sociale, di assistenza e di integrazione al reddito. Deve essere, invece, un pilastro della politica economica del Paese per rendere le donne realmente partecipi del processo di crescita competitiva dell’Italia”.

Un panorama, quelle delle donne imprenditrici, analizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, e rappresentato nell’Isola da 39.374 realtà registrate presso le Camere di Commercio.

Secondo il dossier, queste operanoper lo più nei settori dei servizi alla persona e della pulizia, della moda e delle attività di ristorazione: queste rappresentavano il 23,9% di tutte le realtà produttive dell’Isola. Ben 4.327 aziende sono gestite da giovani donne (11% del totale delle imprese femminili artigiane). Su tutta la platea delle donne imprenditrici, quasi 5.946 sono imprese artigiane.  

A livello territoriale, nella vecchia provincia di Cagliari le imprese donna sono 16.114 di cui 2.464 artigiane (15,3% sul totale imprese donna), su Sassari-Gallura sono 12.652 di cui 2.075 artigiane (16,4%), a Nuoro sono 7.456 di cui 1.056 (14,2%) artigiane e a Oristano 3.132 con 350 artigiane (11,2%).

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