• 1 Settembre 2025
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Ricostruzione delle unghie, stop all’uso di alcune sostanze ritenute tossiche

Ricostruzione unghie estetista
Piccola rivoluzione nei saloni di estetica e nail. Vietati da oggi tutti i prodotti contenenti il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide e la Dimethyltolylamine. Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): «Non uno stravolgimento del lavoro ma un adeguamento verso prodotti più sicuri e innovativi».

CAGLIARI | 1 settembre 2025. Da oggi stop ai prodotti tossici per la cura e ricostruzione delle unghie. È una piccola, ma importante, rivoluzione quella che si appresta a vivere il settore dell’estetica, sia per gli operatori della ricostruzione unghie e trattamenti nail, sia per i loro clienti. Infatti, con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2024/197 la Commissione Europea ha aggiornato l’allegato VI del Regolamento CLP (1272/2008), introducendo modifiche rilevanti in materia di classificazione ed etichettatura armonizzata di sostanze chimiche pericolose.

Tra le sostanze interessate figurano due composti comunemente impiegati nei saloni di estetica e nail: il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, un fotoiniziatore essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel sotto luce UV, e la Dimethyltolylamine (N,N-dimetil-4-metilanilina), un condizionante che migliora l’adesione dei prodotti come primer, smalti e gel. Entrambe le sostanze da oggi sono classificate come tossiche, il che comporta il divieto di immissione sul mercato e di utilizzo nei prodotti cosmetici contenenti tali sostanze. Per questo non sarà più possibile acquistare, vendere o distribuire cosmetici contenenti le sostanze vietate.

In Sardegna, il comparto benessere conta circa 4.046 imprese del settore dei servizi di acconciatura e trattamenti estetici, tra cui la manicure e la pedicure. Di queste, l’83,8% (3.392 realtà) sono artigiane, con circa 8mila addetti.

«La novità – evidenzia Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – costituisce un passo rilevante verso una migliore protezione della salute e della sicurezza dei consumatori. Molte delle sostanze ora proibite non erano praticamente presenti nei nostri centri, e il settore da tempo ha scelto di orientarsi verso prodotti più sicuri e innovativi. Gli adeguamenti richiesti, nella maggior parte dei casi, risultano agevoli da mettere in pratica».

Per chiarezza, Confartigianato Sardegna ricorda agli estetisti che non sarà più possibile utilizzare in nessun modo i prodotti indicati nemmeno se già in possesso. Il suggerimento agli operatori dell’estetica è quello di: verificare l’INCI dei prodotti cosmetici prima di ogni nuovo acquisto, richiedere ai fornitori una dichiarazione scritta di conformità al Reg. (UE) 2025/877; sospendere l’acquisto di cosmetici contenenti le sostanze vietate, non utilizzare i prodotti dal 1 settembre; smaltire correttamente eventuali rimanenze di magazzino; valutare la possibilità di accordi con i fornitori per la restituzione o lo smaltimento dei prodotti non conformi; conservare le fatture di acquisto e la contabilità di magazzino, per facilitare eventuali rettifiche amministrative o fiscali.

Voce Indisponenza

L’Associazione delle Imprese Artigiane della Sardegna ricorda anche che attualmente non è specificato dalla normativa se i prodotti non conformi vadano restituiti ai fornitori o smaltiti in autonomia: questo aspetto sarà oggetto di accordi tra le parti e che eventuali comunicazioni contrarie da parte di distributori o rivenditori non sono allineate con la normativa vigente, che è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri e non necessita di ulteriori recepimenti nazionali.

Per ciò che riguarda lo smaltimento, questo deve avvenire tramite ditte autorizzate, iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Come comunicato da Confartigianato nazionale, estetisti e acconciatori, non sono tenuti alla registrazione sul registro di carico e scarico per lo smaltimento delle rimanenze dei prodotti contenenti queste sostanze. Tuttavia, resta l’obbligo di affidare i rifiuti pericolosi a trasportatori autorizzati in alternativa, trasportare i rifiuti in conto proprio previa iscrizione alla Sezione Regionale dell’Albo Gestori Ambientali

«Dal momento che la normativa non specifica se gli operatori debbano restituire i prodotti non conformi al fornitore o smaltirli a propria cura – conclude il Presidente – consigliamo alle nostre imprese di concordare con loro la migliore modalità che consenta di mettere in sicurezza gli operatori e la clientela».

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